giovedì 8 dicembre 2011

Spekulatius

Stamattina ero ispirata. Avevo proprio voglia di proporvi qualcosina di natalizio.
In realtà non sono una fanatica del Natale, delle luci, dei regali. Ma mi piace il morbido tepore del caminetto, un bel té (o meglio ancora una ciocciolata calda) avvolta nella coperta... via proprio un clima da perfetta pantofolaia :) 
Perciò la ricettina che vi propongo oggi è quella degli Spekulatius, i biscottini speziati tedeschi, ormai un tormentone di Natale

Ingredienti
  • 250 g di farina 00
  • 50 g di farina di mandorle
  • 150 g di zucchero
  • 90 g di burro
  • 1 uovo intero
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
  • 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
  • 1/2 cucchiaino di cardamomo in polvere
  • latte q.b.


Per preparare l'impasto, mettete nel mixer il burro tagliato a tocchetti e la farina. Frullate a intermittenza fino a ottenere un composto sbriciolato.Versate il composto in una ciotola, aggiungete lo zucchero, le spezie, il sale, il lievito setacciato, la farina di mandorle e mescolate. Aggiungete l'uovo leggermente sbattuto e impastate fino ad ottenere un impasto liscio ( se serve aggiungete un cucchiaio di latte). Mettetelo a riposare in frigo per 1/2 ora.Stendete la pasta su un piano leggermente infarinato allo spessore di 1/2 cm e ritagliate i biscottini. Sistemateli sulle teglie e cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 10 minuti. Volendo è possibile anche glassarli. La glassa è fatta con zucchero a velo, coloranti alimentari e qualche goccia di acqua (ma proprio gocce!)

domenica 27 novembre 2011

La mia Epiphany mattutina su Pessoa

Stamattina, complice una chiaccherata avuta ieri sera coi miei amici, ho tirato fuori da un cassettino della memoria un aforisma che si era sedimentato nella mia mente da anni:


Non amiamo mai nessuno. Amiamo solamente l'idea che ci facciamo di qualcuno. E' un nostro concetto (insomma, noi stessi) che amiamo. Questo discorso vale per tutta la gamma dell'amore. Nell'amore sessuale cerchiamo il nostro piacere ottenuto attraverso un corpo estraneo. Nell'amore che non è quello sessuale cerchiamo un nostro piacere ottenuto attraverso un'idea nostra. (...) Perfino l'arte, nella quale si realizza la conoscenza di noi stessi, è una forma di ignoranza. Due persone dicono reciprocamente "ti amo", o lo pensano, e ciascuno vuol dire una cosa diversa, una vita diversa, perfino forse un colore diverso o un aroma diverso, nella somma astratta di impressioni che costituisce l'attività dell'anima. Oggi sono lucido come se non esistessi. Il mio pensiero è evidente come uno scheletro, senza gli stracci carnali dell'illusione di esprimere. E queste considerazioni non sono nate da niente: o almeno da nessuna cosa per lo meno che sieda nella platea della mia coscienza. (...) Vivere è non pensare.

Così cercando un po' su Internet ho scoperto che questa verità, che è stata sempre presente nella mia mente, è stata enucleata da Fernando Pessoa.
Non ho potuto non cercare informazioni su di lui e così ho trovato una estratto dal "Il libro dell'inquietudine" che mi ha davvero aperto gli occhi:


Non subordinarsi a niente, né a un uomo né a un amore né a un'idea; avere quell'indipendenza distante che consiste nel diffidare della verità e, ammesso che esista, dell'utilità della sua conoscenza. (...) Appartenere: ecco la banalità. Fede, ideale, donna o professione: ecco la prigione e le catene. Essere è essere libero. (...) No: niente legami, neppure con noi stessi! Liberi da noi stessi e dagli altri, contemplativi privi di estasi, pensatori privi di conclusioni, vivremo, liberi da Dio, il piccolo intervallo che le distrazioni dei carnefici concedono alla nostra estasi da cortile



A queste parole non aggiungo altro se non Chapeau!

martedì 22 novembre 2011

Amore,Love, Amour, Liebe, Amor....

"Un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla" .
Cesare Pavese 

domenica 20 novembre 2011

A volte un po' di Kitsch non guasta

teatro


McQ by Alexander McQueen black cotton dress, $671
Alexander McQueen pea coat, $3,195
Yves Saint Laurent high heels, €795
Yellow gold bangle
Deer ring, €10
COLLECTION XIIX circle scarve, $34





Di recente sono stata in un locale a Firenze che si chiama Kitsch... Un nome un programma... pareti dorate con la riproduzione del bacio di Kimt, pareti viola con specchi barocchi oppure completamente foderato di pelo leopardato, sedie e cuscini di pelo leopardata, zebrato, fuxia.... Insomma imperdibile per gli amanti del Kitsch o come avrebbe detto Guido Gozzano :"le buone cose di pessimo gusto".
influenzata da questo milieu suggestivo, ho subito pensato a come sfruttare questa ispirazione... Mi sono immaginata di andare a teatro (per me a teatro è assolutamente plausibile lasciarsi calcare un po' la mano con accessori di dubbio gusto), oppure a una festa in maschera un po' barocca...
Perciò come rinunciare a un poco sobrio (ma kitschissimo) anello a forma di cervo, oppure a una cascata dorata di paillettes al collo?

 E voi? Quali sono le cose un po' sopra le righe a cui proprio non potete rinunciare?

martedì 15 novembre 2011

Leggendo "I turbamenti del giovane Törless"....

"Noi togliamo stranamente valore alle cose non appena le pronunciamo. Crediamo d'esser scesi sul fondo degli abissi, e quando ne riemergiamo la goccia d'acqua che stilla dalla punta sbiancata delle nostre dita non somiglia più al mare da cui viene. C'illudiamo d'aver scoperto una massa di meravigliosi tesori, e quando torniamo alla luce non abbiamo portato con noi che pietre false e pezzetti di vetro. Eppure, nell'oscurità, il tesoro conserva immutato il suo luccichio." Maeterlinck
Già dalla prima pagina questo libro si presenta bene...Non vedo l'ora di proseguire la lettura!

lunedì 14 novembre 2011

Die ungebornen Enkel


Georg Trakl (Salisburgo, 3 febbraio 1887Cracovia, 3 novembre 1914) è un poeta purtroppo non molto conosciuto. Peccato perchè le sue poesie sono splendidi graffianti esempi dell'espressionismo tedesco.
La sua vita è segnata da alcune vicende, che diverranno parte integrante del suo immaginario poetico. 
Dotato di un animo mite e tormentato, indebolito dall'uso degli stupefacenti e straziato dal rimorso a causa dell'amore incestuoso per la sorella Grete, il poeta viene, d'improvviso, scaraventato nella grande carneficina di Grodek, con il grado di ufficiale della sanità. Ed è proprio in questo contesto che si troverà ad affrontare un situazione devastante: assistere a una novantina di soldati morenti, da solo e senza medicinali. Questa esperienza lo segnerà irrimediabilmente. Il poeta prova infatti a suicidarsi, ma viene fermato dai commilitoni. Durante il ricovero in un centro psichiatrico, sistemerà i suoi affari e comporrà Grodek, la sua ultima lirica. Il 3 novembre 1914 si suiciderà con una overdose di cocaina.


GRODEK
Am Abend tönen duie herbslichen Wälder
Von tödlichen Waffen, die goldnen Ebenen
Und blauen Seen, darüber die Sonne
Düstrer hinrollt; umfängt die Nacht
Sterbende Krieger, die wilde Klage
Ihrer zerbrochenen Münder.
Doch stille sammelt im Weidengrund
Rotes Gewölk, darin ein zürnender Gott wohnt,
Das vergossne Blut sich, mondne Kühle;
Alle Straßen münden in schwarze Verwesung.
Unter goldnem Gezweig der Nacht und Sternen
Es schwankt der Schwester Schatten durch den schweigenden Hain,
Zu grüßen die Geister der Helden, die blutenden Häupter;
Und leise tönen im Rohr die dunkeln Flöten des Herbstes.
O stolzere Trauer! ihr ehernen Altäre,
Die heiße Flamme des Geistes nährt heute ein gewaltiger Schmerz,
Die ungebornen Enkel.

GRODEK
La sera risuonano i boschi autunnali
di armi mortali, le dorate pianure
e gli azzurri laghi e in alto il sole
più cupo precipita il corso; avvolge la notte
guerrieri morenti, il selvaggio lamento
delle lor bocche infrante.
Ma silenziosa raccogliesi nel saliceto
rossa nuvola, dove un dio furente dimora,
Il sangue versato, lunare frescura;
tutte le strade sboccano in nera putredine.
Sotto i rami dorati della notte e di stelle
oscilla l'ombra della sorella per la selva che tace
a salutare gli spiriti degli eroi, i sanguinanti capi;
e sommessi risuonano ne canneto gli oscuri flauti dell'autunno.
O più fiero lutto! Voi bronzei altari,
l'ardente fiamma dello spirito nutre oggi un possente dolore,
i nipoti non nati.

Traduzione di V. degli Alberti ed E. Innerkofler (Op. cit., p. 323):


La scena della battaglia, luogo di bellezza naturale di boschi, laghi azzurri e pianure dorale, viene descritta come un quadro espressionista esplicitando colori come il rosso il nero, l'oro e l'azzurro.
In questa poesia emergono, a tinte forti, le tematiche portanti della sua opera, ma prima di tutto della sua vita.
La tragedia della guerra non è solo nella morte di chi la combatte ma soprattutto nei nipoti non nati, nella mancata vita futura che non è potuta nascere da quei morti. Al centro c'è l'immagine della sorella del poeta, ombra ondeggiante come in un delirio, che sembra quasi danzare nella schwarze Verwesung, la nera putredine. Anche dalla relazione del poeta con la sorella, non nasceranno figli e nipoti: i due fratelli sono apparentati a quella putredine.

sabato 12 novembre 2011

Il Decalogo {3} : Benevento's pie

Questa ricetta è semplicemente una bomba! Di golosità e di calorie... infatti ne basta solo una piccola fettina per soddisfare la vostra golosità (e il fabbisogno calorico!).
La faccio quando desidero una torta al cioccolato semplice da fare e garantisca il successo assicurato. Perchè? Perchè piace a tutti. Burrosa, morbida dentro, appena croccante fuori. Mmmm che delizia!

Ingredienti:
  • 150 g di burro
  • 150 g di zucchero
  • 150 g di cioccolato fondente
  • 3 uova
  • 2 cucchiai abbondanti di farina
  • 1 bustina di vanillina
  • un pizzico di sale

Per prima cosa mettete a bagnomaria il cioccolato con il burro. Nel frattempo montare gli albumi d'uovo a neve e a parte sbattere bene i tuorli con lo zucchero fino a ottenere una spuma giallo chiaro. Una volta che il burro e il cioccolato sono ben disciolti aggiungerli al composto di zucchero e tuorli insieme alla farina e alla vanillina. Lavorare bene fino ad ottenere un composto liscio. A questo punto incorporare gli albumi mescolando dal basso verso l'alto per evitare di smontare le chiare. Infornare nel forno preriscaldato a 180°C e cuocere per circa mezz'ora. Una volta raffreddato tagliare a losanghe e cospargere di zucchero a velo.
Volendo si può accompagnare con un poì di panna acida che smorza un po' l'effetto burroso-dolce di questa torta.

Nota:
Questa ricetta inoltre ha una storia tutta particolare. È stata tramandata a me e ai miei compagni di classe dalla professoressa di Italiano delle Medie. Colgo l'occasione per ringraziarla, perchè è davvero un successo. Grazie!

venerdì 11 novembre 2011

Guacamole


Uno dei miei cavalli di battaglia per le cene con gli amici è la salsa guacamole con nachos. Facile e veloce da preparare, buonissima e un figurone grazie a quel bel colore verde.


Ingredienti:
  • 1 avocado maturo
  • succo di un limone (o 2 lime)
  • una manciata di pomodorini (datterini magari)
  • un cucchiaio di cipolla finemente tritata
  • olio
  • sale
  • tabasco

Per prima cosa lavate con cura l'avocado, sbucciatelo, togliete il nocciolo grande centrale e frullatelo con il succo del limone. Quando avrete ottenuto un composto cremoso e liscio, aggiustate di sale, aggiungete alcune gocce di tabasco, un cucchiaio di olio e la cipolla. Servite con sopra una manciata di pomodori datterini tagliati a cubetti e abbondati nachos a parte.
Mmmm slurpyyyy :)

giovedì 10 novembre 2011

L' amore per le piccole cose {3}

  Una cenetta con le amiche

Pensando alle cose che mi fanno stare bene, tra queste c'è sicuramente una reunion con le amiche.
Tra università, palestra, piscina, studio, fidanzati (problema che hanno le mie amiche diciamo :D) e uscite serali, non c'è mai un momento in cui noi ragazze siamo veramente da sole insieme.
Allora cosa c'è di meglio di una bella cenetta tra ragazze? Non un apericena in qualche locale alla moda, nè una cena in pizzeria o in qualche ristorante. No, no, è decisamente meglio a casa di una di noi, lontane da orecchie indiscrete, solo noi ragazze (rigorosamente senza boyfriends). Cibo senza pretese (che sia una pizza take-away o un buffet improvvisato). Soltanto la nostra compagnia e la voglia di stare insieme a ridere e scherzare.
Adoro questi momenti perchè si può parlare di tutto: di ciò che ci è successo, di gossip salienti, di ragazzi, di diete inconcludenti, di sesso, di disavventure, di esami, di quel barista carino o del ragazzo della palestra che tanto ci piace... è divertente, rilassante e fa bene al cuore.
E alla fine della serata ti chiedi: ma perchè non lo facciamo più spesso?

mercoledì 9 novembre 2011

Lady Oscar

Lady Oscar



Vivienne Westwood Red Label twill jacket
$1,180 - net-a-porter.com

Stuart Weitzman platform boots
$535 - bergdorfgoodman.com

Alexander McQueen calf hair handbag
$1,595 - couture.zappos.com

Anche se solitamente non parlo di moda o di outfits, oggi ero in vena di farlo.
In generale mi piace vestirmi piuttosto femminile (adoro abitini e gonne) anche se non disdegno ogni tanto un look un po' più alla garçon. Trovo davvero sensuale l'utilizzo di capi d'abbigliamento piuttosto maschili (come gilet o giacche) su un corpo femminile. Il contrasto tra i due generi infatti sprigiona una carina erotica inattesa. Quando voglio ripiegare su questo stile, la mia fonte di ispirazione non può essere che una delle eroine della mia infanzia: Lady Oscar.
Per questo outfit propongo perciò:
  • una camicia morbida possibilmente con un fiocco al collo oppure con dei dettagli interessanti e retrò
  • una giacca nera lunga e un gilet con bottoni
  • un paio di jeans skinny che allungano la figura
  • un paio di ankle boots neri magari con dettagli militari oppure un paio di francesine
  • una clutch che drammatizzi in look, magari ironica (come quella di Alexander McQueen che ho messo nella foto) oppure molto femminile.
Et voilà! Les jeux sont faits!

Visto che oggi sono ispirata, voglio postare anche la sigla del cartone, ma non quella che voi tutte conoscete (quella di Cristina d'Avena per intenderci) bensì quella di Enzo Draghi, che io preferisco nettamente!




martedì 8 novembre 2011

Ying e Yang: l'equilibrio tra gli opposti

MANGIA PREGA AMA

di Elizabeth Gilbert

Devo ancora finirlo questo libro in realtà e probabilmente di tutte le trovate brillanti che l'autrice ha avuto ho scelto il passaggio meno interessante, però, quando ho letto questa parte, è come se mi avesse dato la risposta a qualcosa che mi chiedevo da tempo.

"Proprio come di un testo scritto esistono una verità letteraria e una verità poetica, anche di un essere umano esistono un'anatomia letterale e un'anatomia poetica. La prima si può vedere, l'altra no. La prima è composta di ossa, denti e carne, l'altra è fatta di energia,memoria e fede. Ma sono vere entrambe."

Queste parole mi hanno aiutato a focalizzare come, accanto alla razionalità e a una visione critico-logica del mondo, possa convivere un universo emotivo complesso. O meglio mi ha aiutato a realizzare che un aspetto non esclude l'altro. Non deve esserci una lotta che porta al prevalere di una delle due parti, ma un equilibrio tra le due.
Questo è il mio proposito per l'avvenire: cercare di raggiungere un equilibrio dinamico tra le pulsioni che prevalgono nella mia interiorità.
E voi? Avete un libro, o il passaggio di un libro che vi ha aiutato a focalizzare meglio il percorso interiore da seguire?

lunedì 7 novembre 2011

Hummus

Come ormai avrete capito, vado pazza per la cucina etnica, in modo speciale quella medio orientale. Mi piace l'uso che fanno delle spezie e delle erbe aromatiche, la corposità e il vigore dei loro sapori e soprattutto il fatto che la nostra cucina condivide con la loro gli stessi ingredienti. Mediterranei, ricchi di colori e sapori diversi. Dai ceci (meravigliosi come in questa ricetta) alle melanzane, dai pomodori al prezzemolo, dal montone ai cetrioli. La ricetta che vi propongo oggi è l'hummus, un contorno/antipasto a base di ceci che si ritrova nei piatti di un po' tutto il Medio Oriente (Egitto, Libano, Palestina etc.)

Ingredienti:
  • 500g di ceci lessati (tenete l'acqua di cottura!)
  • 2 cucchiai di salsa tahina (è una salsa a base di semi di sesamo)
  • il succo di 1 limone
  • 2 spicchi di aglio
  • paprica q.b.
  • Semi di cumino
  • Un mazzetto di prezzemolo
  • olio extra vergine di oliva 2 o 3 cucchiai
  • sale q.b.


Per preparare l'hummus si possono usare sia i ceci il scatola che quelli secchi. Io sinceramente consiglio i secondi, il risultato è indubbiamente migliore, tuttavia se volete velocizzare la procedura andranno benone anche i primi.
La ricetta è molto semplice:mettete nel frullatore i ceci cotti sgocciolati, la salsa tahina, il succo di limone (io a volte metto anche 2 limoni perchè secondo me stanno bene, voi andate un po' a tentativi e modulate il limone come preferite), gli spicchi d’aglio, un pizzico di semi di cumino e il sale; frullate fino a ottenere un composto liscio e denso. Se necessario aggiungete un pochino di acqua di cottura per renderlo più cremoso.Servite l’hummus decorandolo con il prezzemolo tritato, una spolverata di paprica e un filo di olio d’oliva. Potete accompagnare l'hummus con la tradizionale pita (pane arabo), verdure, oppure mangiarlo così com'è :)

domenica 6 novembre 2011

¿Dichiarazione programmatica?

Mi piace scrivere su questo blog. Credo che avrei dovuto iniziare molto tempo fa. Ho sempre amato scrivere ma non avevo mai trovato un'espressione che mi fosse totalmente congeniale.
Rispetto alla scrittura intesa in modo più classico, la forma del blog mi risulta invece più intuitiva e più abbordabile. Con queste parole non voglio certo offendere i blogger seri che fanno questo come lavoro, ci mancherebbe. Non sono che una dilettante nello scrivere e si vede dal mio blog che è un clafoutis di idee senza un motivo centrale. Ma in fondo forse è anche giusto che sia così no? Il blog è un po' come una scatola, dove ciascuno (almeno credo) mette ciò che lo rappresenta e che desidera condividere con gli altri. E così faccio anche io.
Scrivo di quello che mi piace, di ciò che mi accade, di quello che mi emoziona e mi ispira.
Senza pretese, senza credermi chissà chi. Solo una spazio dove condividere i miei interessi con gli altri. Probabilmente questa dichiarazione programmatica avrei dovuto farla all'inizio, quando ho cominciato a scrivere il blog. Ma allora non sapevo ancora di preciso dove sarei andata a parare e, a dirla tutta, neanche adesso lo so. Questo progetto è ancora tutto in divenire. Tuttavia, se da un lato sono un po' manchevole nella definizione dei miei intenti ( forse dichiarare di non avere intenti precisi è già una presa di posizione?), dall'altro ho ben chiaro che cosa mi piacerebbe trarre da questa esperienza: vorrei confrontarmi con le persone che leggono il mio blog (ci siete???), scambiare opinioni, idee, arricchirmi interiormente insomma.

Se qualcuno volesse contattarmi privatamente per suggerimenti, chiarimenti o altro vi lascio il mio indirizzo e-mail:


sabato 5 novembre 2011

Il Decalogo {2} : I Tartufi

Tartufi al cioccolato, Chocolate truffles, Trufas de chocolate, Truffes en chocolat, Trüffel-Pralinen, Chokladtryffel, Трюфель....

Selon moi, I tartufi al cioccolato sono l'ottava meraviglia del mondo. Non c'è niente, nemmeno la Nutella (!) o la mousse al cioccolato (!!), che mi faccia impazzire come i tartufi al cioccolato. Perchè sono semplicemente divini. Dolci al punto giusto (ma non stucchevoli) e dotati, come direbbe la pubblicità della Lindt, di una "irresistibile scioglievolezza". Si fanno piuttosto velocemente e il risultato è assicurato!
Vi ricordate la ganache che abbiamo visto l'altra settimana? Non ve la siete mica scordata vero? Perchè la ganache, insieme al cacao amaro in polvere, è la base per questa preparazione.
Una volta preparata la ganasche, lasciatela raffreddare e mettetela in frigo per minimo 2 ore. Togliete il composto dal frigo, lasciatelo a temperatura ambiente per circa 5 minuti e aiutandovi con un cucchiaio, prelevate delle piccole quantità di ganache, cospargete le mani nel cacao amaro setacciato e formate molto velocemente ( altrimenti si strugge il composto!) delle piccole palline. Una volta ottenute le palline rotolatele bene nel cacao amaro. Se non le mangiate subito conservatele in frigo coperte.
I tarfufi sono perfetti per tutte le occasioni: sono il dessert ideale e godurioso che chiude elegantemente un pasto e possono diventare un regalo gradito agli amici, basta metterli in una bella scatola e farete subito un figurone.

P.S. :La parte migliore della preparazione è leccarsi le mani alla fine.


venerdì 4 novembre 2011

L' amore per le piccole cose {2}

Le SMS
Una volta, guardando Sex and the City (eh già perchè chi di noi ragazze non si è mai guardata almeno una puntata di questo telefilm?) mi sono imbattuta in un concetto interessante: le Strane Manie da Single.
Mi ha fatto subito sorridere. Chi non le ha? Sono quelle abitudini che ciascuno di noi sfodera quando è sa solo (non per forza se è single XD), quando non si sente osservato da mondo esterno. Secondo me è un concetto assolutamente universale. Chiunque ama crogiolarsi in uno di questi momenti. Solo a pensarci, mi ci vedo perfettamente in un raptus SMS: sono sola a casa, fuori diluvia e in dispensa c'è un arsenale di cose ipercaloriche e irresistibili... cosa farei?
  1. Berrei una cioccolata calda seduta in poltrona davanti al camino. Con il gatto di fianco e un libro da leggere in mano. Matematicamente questo libro, nel giro di mezz'ora, sarà pieno di ditate. Ma in fondo, chi se ne importa?
  2. Guarderei un bel film romantico (di quelli con l'happy end assicurata) sotto una bella copertona morbidosa. Ahhhhh che bello!
  3. Il momento manie da single più bello? Quando piove a dirotto e non ho assolutamente voglia di uscire, di vedere gente. Perciò me ne resto a casa, sotto il mio bel piumone, magari a leggere mentre fuori diluvia. Rimboccando le coperte poi mi scappa un sorrisone. Domani è domenica :D (posso dormire a oltranza!)
E voi? Quali sono le vostre SMS?

giovedì 3 novembre 2011

Torta di semolino

Fuori è freddino. I primi malanni sono in the air. La parola d'ordine in questa stagione è confort food. Cosa c'è di meglio di quialcosa di avvolgente e rassicurante? Come una bella coperta di lana, una bella tisana alle erbe ben calda e una fetta generosa di torta di semolino tiepida?

Ingredienti:
  • 100 g di semolino
  • 40 g di burro
  • 3 uova
  • 80 g di zucchero
  • 1 bicchierino di rum
  • 300 g di ricotta
  • 50 g di uvetta
  • 1 bustina di vanillina
  • 300mL di latte
  • zucchero a velo q.b.
Per prima cosa lasciate ad ammollare l'uvetta nel rum. Mettete il latte e il burro in un pentolino, fate sciogliere a fiamma dolce e portate all'ebollizione. Versate a pioggia il semolino, mescolando continuamente. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire il composto. A parte mescolate ricotta e zucchero, unite, uno alla volta, le uova mescolando bene con una frusta. Aggiungete il semolino precedentemente preparato, mescolate, incorportate il rum l'uvetta e la vanillina. Imburrate una tortiera, versate il composto e livellate bene la superficie. Mettete lo stampo in una teglia più grande e riempite quest'ultima per circa i due terzi con acqua. Coprite la tortiera con carta di alluminio e lasciate cuocere a 200°C per 90 minuti. Negli ultimi 15 scoprite il dolce. Sfornate e servite il dolce (tiepido o freddo) con una bella spolverata di zucchero a velo.

mercoledì 2 novembre 2011

Auguries of Innocence

"Lighting a candle: Quotations on the Spiritual Life"

Ho trovato questo libro il 18 maggio scorso, in un mercatino di libri usati fuori da palazzo Strozzi a Firenze. Appena l'ho aperto è scattata subito la magia. Aveva da subito un odore di buono e di viaggi.
In questo libro ho trovato degli spunti di riflessione piuttosto interessanti che non vedo l'ora di riproporvi. Tra l'altro una delle poesie che ho trovato in questo libriccino è già sotto il titolo del blog. Non potevo che amarla! Prima di tutto perchè è di William Blake che mi piacque da quando lo studiai al liceo e poi perchè in pochissimi versi racchiude un concetto che, come avrete capito, mi è molto caro: l'amore per le piccole cose:

[ To see a World in a Grain of Sand
and a Heaven in a Wild Flower,
hold Infinity in the palm of your Hand
and Eternity in an hour . ]*

Sono belle e struggenti le immagini che affiorano da questa poesia. La piccolezza di un solo granello di sabbia racchiude il mondo intero. Un fiore selvatico diventa l'immagine del paradiso stesso, L'infinito e l'eternità diventano palpabili e raggiungibili. Fa bene al cuore l'innocenza e il candore di questa poesia. Ti fa venire voglia di rotolarti sulla spiaggia o di correre in un campo di fiori. Ti fa sorridere.


*Gli auguri dell’Innocenza
Vedere un Mondo in un granello di sabbia,
E un Cielo in un fiore selvatico,
Tenere l’Infinito nel cavo della mano
E l’Eternità in un’ora.

martedì 1 novembre 2011

L' amore per le piccole cose {1}

Il topic di questo post? L'amore per quei piccoli gesti, quei deliziosi momenti che colorano anche una vita monotona rendendola speciale e apprezzabile. Perchè come dice Madre Teresa di Calcutta:

"In questa Vita non possiamo fare grandi cose,ma possiamo fare piccole cose con grande Amore"

Niente di più vero.
Autenticità. Semplicità. Quotidianeità.
Ognuno di noi compie ogni giorno dei piccoli gesti che riempono di gioia noi stessi o qualcun'altro. Oppure assistiamo a qualcosa che ci fa sorridere e che ci regala una ineffabile sensazione di benessere.

Oggi a farmi riscoprire l'amore per le piccole cose è un sapore che ho provato per la prima volta quand'ero bambina. Un gusto semplice fatto di pochi ingredienti:
Pane vino e zucchero
Mi ricorda le merende che facevo quand'ero all'asilo dalle suore.
Mi ricorda quella semplicità di una volta che, in questo mondo frenetico e caotico, farebbe bene rispolverare.
Mi ricorda i giochi nel campo e l'odore di erba bagnata.
E voi? Quali sono le piccole cose che vi fanno stare bene?

lunedì 31 ottobre 2011

Baklavà

Mmmm... oggi mi fa molto piacere parlarvi di un dolce che adoro e che ho scoperto casualmente alcuni anni fa in un ristorantino serbo a Vienna (guarda te i casi a volte!). Sto parlando del Baklavà, un dolce megacalorico, la cui origine, per altro antichissima, è molto discussa. Questa delizia accomuna le cucine del Medio Oriente, dalla Turchia alla Grecia, dall'Albania alla Serbia. Se amate la dolcezza del miele, la burrosità e l'aroma della cannella e la croccantezza della frutta secca questa specialità fa al caso vostro.

Ingredienti:
  • 500 g di pasta fillo (si trova già pronta e surgelata)
  • 1 tazze di mandorle tritate grossolanamente
  • 1 tazza di noci tritate grossolanamente
  • 1 tazza di pistacchi (NON salati!) tritati grossolanamente
  • 2 cucchiaini di cannella in polvere
  • 1 cucchiaino di chiodi di garofano tritati
  • 1 tazza di burro fuso

Per lo sciroppo:
  • 3 tazze di zucchero
  • 2 tazze di acqua
  • mezza tazza di miele
  • 2 cucchiaini di succo di limone
  • vanillina


Per prima cosa mescolate le mandorle, le noci, i pistacchi la cannella ed i chiodi di garofano insieme per formare il "ripieno" croccante e profumato del vostro dolce. Imburrate una teglia e disponete almeno 4 sfoglie di pasta fillo imburrandole per bene. Disponete sopra un po’ di ripieno e coprite con due sfoglie( imburrando anch'esse). Il procedimento da seguire è semplice: basta continuare in questo modo fino a che non finisce il ripieno, a questo punto chiudete il tutto con 4 sfoglie. Una volta terminato, tagliate il dolce a quadrati (o a losanghe) e cospargete con il restante burro. Infornate a 180° fino a doratura. Nel frattempo preparate lo sciroppo facendo bollire tutti gli ingredienti per 5 /10 minuti e cospargete il dolce caldo con lo sciroppo bollente. Lasciate raffreddare prima di servire (è ottimo accompagnato anche da gelato).




domenica 30 ottobre 2011

Atrocity Exhibition

"C’è qualcosa nella musica dei Joy Division che respinge o cattura: istintivamente, senza mezze misure di ascolto. O il suono ripugna, scatenando un conato simile al riflesso dell’astemio quando viene a contatto con l’alcool oppure trascina, intrappolando l’ascoltatore in un gorgo di disperazione che distrugge ogni difesa immunitaria. Perché la musica dei Joy Division è musica malata, musica pericolosa, come a volte solo la musica rock riesce a essere. "(1)

I Joy Division sono una band post-punk inglese formatasi a Salford nel 1977. Inizialmente erano chiamati Warsaw (in onore a Warszawa, canzone di David Bowie),nel 1978 la band cambierà il proprio nome in Joy Division, dalla denominazione di un bordello ad Auschwitz .
"L'immaginario lirico presenta tinte fortemente goth , intrise della disperazione personale di Curtis." (2). Non c'è speranza nè conforto nelle loro sonorità e nelle loro parole. Riecheggia una profonda disperazione nelle loro canzoni, un mal de vivre incommensurabile, che a posteriori si sono rivelati essere la marcia funebre di un destino tragicamente scritto.


La canzone che ho scelto per voi è Love will tear us apart, una delle ultime canzoni composte dal gruppo prima che Ian Curtis, il cantante, si suicidasse all'età di 24 anni.
Avrei potuto suggerirne altre, che probabilmente mi sono piaciute di più e che magari sono più rappresentative del loro stile: sto parlando di canzoni dello spesso di Candidate, New dawn fades, She lost control, Shadowplay del primo album Unknown Pleasures oppure di The Eternal, Heart and Sould e 24 hours del secondo e ultimo album Closer.
Ma fondamentalmente scelgo questa canzone perchè sono una romantica nell'animo. Le parole che compongono il titolo di questa canzone sono riportate infatti sulla tomba di Ian come epitaffio. E poi parla di amore, ma ovviamente non di un amore felice. Di un amore che non riesce a funzionare, che logora. Un amore che riduce a pezzi.
Se sono riuscita a incuriosire qualcuno di voi, vi suggerisco questi link per conoscere meglio la storia della punk-rock band inglese e dei loro album:





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sabato 29 ottobre 2011

Il Decalogo {1} : La Ganache

Dimenticate i diamanti, è il cioccolato, credo sarete d'accordo, il miglior amico delle ragazze.
Carole Matthews, Il Sexy Club del Cioccolato, 2007


Cos'è la ganache vi starete chiedendo. È la risposta a tutti i vostri problemi (o forse sarà l'origine dei vostri futuri problemi di peso chissà). Si prepara in un lampo, è deliziosa e utilizzabile in mille modi.
Praticamente la ganache non è altro che un'emulsione di cioccolato e panna. La storia di questo nome è piuttosto buffa, risale alla fine dell'Ottocento quando, in una cucina francese, un apprendista versò per errore la panna su del cioccolato fondente. Il maestro pasticcere, inveendo contro di lui, pare gli abbia gridato "Ganache!" ("Stupido!"). E invece tanto stupido non lo era perchè, anche se per errore, ha creato una delizia meravigliosa. Ma veniamo alla nostra ricetta.


Gli ingredienti per realizzarla sono molto semplici: occorrono 250 ml di panna fresca e 250 gr di cioccolato fondente al 70% (personalmente ho preferito scegliere una qualità con fave di cacao provenienti in prevalenza dall'Equador, quello fior fiore coopper intenderci ). servono inoltre 100 gr di zucchero chiaro muscovado. Non riuscendo a reperirlo ho dovuto ripiegare sul comune zucchero, in risultato è stato ottimo lo stesso.
La realizzazione della ganache è molto semplice e veloce, basta che seguiate alcune accortezze. Mettete un pentolino la panna con lo zucchero e portate a bollore. Lasciate bollire circa un minuto affinchè tutto lo zucchero possa sciogliersi. Quando tutto lo zucchero è passato in soluzione, spegnete il fuoco e lasciate un minuto a raffreddare. Nel frattempo tritate col mixer il cioccolato e aggiungilo (dopo il minutino di attesa) alla panna zuccherata.
{Mi raccomando versate la panna quando è appena tolta dal fuoco che altrimenti si brucia il cioccolato.}
Mescola bene con una spatola fino a ottenere un impasto cremoso denso e omogeneo. A questo punto la vostra meraviglia è pronta. Potete mangiarla direttamente sul pane a mo' di Nutella e conservarla in frigo per alcuni giorni. Oppure potete serbare questa ricetta per le prossime settimane quando vi racconterò altre splendide ricette che potete fare con la ganache.


Nota:
Ovviamente, dal momento che ciascuno segue il proprio gusto personale, potete variare la tipologia di cioccolato utilizzato. Lasciate sbizzarrire la fantasia: potete utilizzare cioccolato al latte, gianduja, cioccolato bianco, con nocciole etc.
Come accortezza vi dico che se volete rendere più corposo l'impasto, è il caso di diminuire la quantità di panna (in casi estremi fino anche alla metà). Sperimentate!

venerdì 28 ottobre 2011

Il Decalogo

Hola!
Dopo questa prima serie di post-pilota, che mi hanno aiutato a prendere confidenza con la redazione di un blog, ho deciso di lanciarmi in un'impresa un po' più impegnativa.
Il progetto che voglio portare avanti è "Il Decalogo". Lo so, lo so il nome è un po' pretenzioso, fa venire in mente il Dekalog di Krzysztof Kieślowski , in realtà il mio intento è molto più umile.
È un modo per condividere con voi le mie passioni e i miei interessi in un modo un po' più accattivante. È un progetto a tema che dura dieci settimane. Come prima cosa veniamo al topic di questo decalogo (se l'idea avrà successo potrei anche riproporre con altri topic):

Le mie ricette al cioccolato preferite

Perchè proprio questo tema? Perchè sono da sempre una grande amante del cioccolato. Per me il cioccolato è un'esigenza occasionale (meglio dire seriale), un momento di piacere, un viaggio nei sensi. Nessun alimento è struggente e magico come il cioccolato. Quando sono triste mi risolleva l'umore, al mattino mi da la carica per affrontare piena di energie la giornata, per non parlare della magia di sorseggiare una bella cioccolata calda vicino al camino scoppiettante. Perciò il decalogo che mi accingo a iniziare avrà come tema portante proprio il cibo degli dei. Ogni sabato, per i prossimi dieci sabati, pubblicherò un post con una ricettina cioccolatosa.
Una anticipazione per il post di domani? Beh vi dirò solo che partiremo dalle fondamenta....



"Nove persone su dieci amano il cioccolato; la decima mente."
John Tullius

giovedì 27 ottobre 2011

Talk about


Dopo il post di ieri sul sushi, avevo ancora voglia di spendere alcune parole sull'argomento, questo perchè ci sono alcune idee di fondo che amo della cucina orientale.
La prima è l'estetica. Quando gli asiatici cucinano, curano sempre la bellezza del piatto, perchè si sa, si mangia anche con gli occhi. Penso in particolare ai piatti della cucina giapponese, che sono un'espressione assoluta di raffinatezza ed eleganza, dove l'importanza data alla qualità e alla freschezza degli ingredienti si sposa con la cura nella presentazione dei piatti.
La seconda sono le bacchette, o meglio l'idea che ci sta dietro. In realtà io sono assolutamente negata a usarle, però il fatto che i loro piatti siano pensati per essere mangiati con le bacchette (e non con forchetta e coltello), fa emergere un aspetto chiave dell'arte culinaria orientale. Ciò che viene portato in tavola e servito ai commensali è di per sè già pronto a essere mangiato. Non occorre tagliare nulla, perchè la carnè è già stata accuratamente preparata in piccoli bocconcini, non occorre pulire nulla perchè il pesce è già stato eviscerato e i molluschi sgusciati. C'è una cura e un'accortezza per i commensali davvero unico. È come una sorta di affetto, di amore perchè no, un voler invitare coloro che fruiscono il piatto a gustarlo senza dover pensare a nient'altro che al sapore.
Perchè vi dico questo? Non credo che sia necessario appropriarci di una cucina che non è intimamente nostra, io stessa sono un'amante della cucina mediterranea. Tuttavia possiamo fare nostre alcune idee di fondo, che arricchiscono non solo la nostra cucina ma anche la nostra mente. Che cosa? In questo caso:
  • La bellezza delle piccole cose (come un piatto meraviglioso e accogliente)
  • La ricerca della qualità e della freschezza in ciò che mangiamo
  • L'amore per chi fruirà della nostra cucina (che sia la nostra famiglia, i nostri amici o anche solo noi stessi)
Perchè è vero che mi si potrebbe obbiettare "è solo cibo", ma in fondo non siamo forse ciò che mangiamo?

mercoledì 26 ottobre 2011

Occidentalizing Sushi!

Che i puristi del sushi non si scandalizzino, ma la ricetta che presenterò oggi è una versione un po' occidentalizzata del sushi. Devo ammettere che anch'io come molti, dopo lo scetticismo iniziale, mi sono innamorata del sushi. E dal momento che amo cucinare, non potevo che tentare di riprodurre un piatto che mi ha colpito così tanto. Perciò ho cercato, ho letto su internet e su libri di cucina orientale che ho a casa e dopo un po' di esitazioni mi sono cimentata. E devo dire che il risultato è stato apprezzabile.
Ingredienti (per 3 persone affamate o 4 normali):
  • 300g di riso
  • 45 gr di aceto di mele
  • 45g di zucchero
  • 500ml di acqua
  • 200g di salmone in trancio(affumicato o fresco a seconda dei gusti)
  • 1 avocado
  • 1 o 2 carote
  • 1 confezione di formaggio fresco spalmabile o ricotta
  • 1 confezione di alga nori
  • alcuni gamberi
  • sale



Step 1: Preparazione del Makizushi
La prima cosa da fare per preparare il sushi è quella di cuocere il riso. La varietà di riso utilizzata dai giapponesi è il Koshihikari. Si trova bene in qualunque supermercato visto che Risogallo l'ha aggiunto alla sua linea di risi dal mondo. Io però voglio andare controcorrente. Anzichè il riso ufficiale, utilizzo quello primoprezzo a chicchi piccoli (quello per minestre per intenderci) che, scuocendo un po' durante la cottura, raggiunge quella consistenza appiccicaticcia che il riso deve avere nel sushi. Per 300 gr di riso utilizzo 500ml di acqua, 45 gr di aceto di mele e 45 gr di zucchero. Per prima cosa prendete un pentolino abbastanza campiente dotato di coperchio e, a freddo, mettete il riso e l'acqua e coprite. Mettete a scaldare su una fiamma dolce e quando inizia a bollire, sempre tenendo coperto, alzate il fuoco per un paio di minuti. Continuate la cottura per cica 10-12 minuti. Nel frattempo sciogliete tutto lo zucchero e un mezzo cucchiaino di sale nell'aceto, togliete il coperchio al riso, e aggiungete questa soluzione agrodolce al vostro riso. Mescolate bene e fate raffreddare.

Step 2: Preparazione del makisushi (1) e del nigiri-sushi (2)
Una volta preparato il riso, viene la parte più creativa!Per evitare di impiastricciarvi le mani con il riso (eh sì lo abbiamo voluto appiccicaticcio e adesso dobbiamo sapere come gestirlo!) consiglio di tenere disponibile, sul banco di lavoro, una ciotola di acqua per inumidirvi le mani. In questo modo potrete maneggiare il riso che resterà ben compatto senza incollarsi alle vostre mani.
Prendete un foglio di alga nori appoggiatelo su un foglio di carta da forno e disponete sopra l'alga il riso preparato, lasciando un po' di margine ai bordi e per sigillare il rotolo. Per compattare bene il riso (operazione essenziale se volete che il makisushi sia esteticamente gradevole) io uso un trucchetto: tagliate un foglio di carta da forno e mettetelo sopra l'alga su cui avete disposto il riso, a questo punto, appiattitelo bene con l'aiuto di un mattarello. Questa operazione tra l'altro aiuta anche a distribuire il riso in maniera più uniforme.
A questo punto, rimuovete delicatamente la carta da forno e disponete il salmone e le verdure (tagliati a listarelle di circa 1 cm di lato). Mettete anche un pochino di formaggio spalmabile che aiuta, una volta che è stato arrotolato, a mantenere il tutto più compatto. A questo punto potete ottenere facilmente il rotolo aiutandovi con la carta da forno che avete messo sopra. Fate raffreddare in frigorifero almeno un'ora e poi tagliatelo a fette.
Se volete preparare anche il sashimi bagnatevi bene le mani e create dei piccoli ovetti con il riso. Su questi adagiate una fettina di salmone, oppure un gambero scottato (bel sgusciato e appiattito). Et voilà!
Servire con salsa di soia (ne esiste una favolosa leggermente dolciastra che è fatta apposta per accompagnare il sushi e il sashimi) e zenzero marinato.

Note:
  1. Maki-sushi: sushi arrotolato
  1. nigiri-sushi :sushi a polpettina
A casa questa ricetta la faccio sempre con il salmone affumicato. Certo non è uguale a quello fresco ovviamente, ma se prendete un buon trancio di salmone affumicato (e non quello a fettine) verrà ottimolo stesso. Inoltre ci sono due vantaggi:
  1. Riuscite a far mangiare il sushi anche a coloro che schifano il pesce crudo (con mio padre ce l'ho fatta e si è anche leccato i baffi!!!)
  2. Eviterete tutti quei fastidiosi inconvenienti che derivano dall'utilizzare pesce crudo, tra cui l'Anisakis etc.

    Non vi sembra un ottimo compromesso?

martedì 25 ottobre 2011

The hours

"Caro Leonard.. guardare la vita in faccia.. sempre.. guardare la vita in faccia, riconoscerla per quello che è.. al fine conoscerla, amarla per quello che è.. e poi metterla da parte. Leonard. Per sempre gli anni tra di noi. Per sempre gli anni. Per sempre l'amore. Per sempre le ore" (Virginia Woolf)



 Oggi ripensavo a questo film... The hours. Lo adoro. Così come il libro da cui è stato tratto. Un capolavoro, ecco cos'è. Poche opere riescono ad evocare in maniera così limpida e pura emozioni maestose e terribili come il desiderio di morte, una profonda e desolante depressione esistenziale e allo stesso tempo un disperato bisogno di vita.
La scena che preferisco in assoluto è quella della morte dell'uccellino. Questa sequenza sprigiona emozioni fortissime che mi raggiungono sempre, ogni volta che lo guardo, con la stessa intensità inaudita.

http://www.youtube.com/watch?v=AVuHifnK1Bg