domenica 27 novembre 2011

La mia Epiphany mattutina su Pessoa

Stamattina, complice una chiaccherata avuta ieri sera coi miei amici, ho tirato fuori da un cassettino della memoria un aforisma che si era sedimentato nella mia mente da anni:


Non amiamo mai nessuno. Amiamo solamente l'idea che ci facciamo di qualcuno. E' un nostro concetto (insomma, noi stessi) che amiamo. Questo discorso vale per tutta la gamma dell'amore. Nell'amore sessuale cerchiamo il nostro piacere ottenuto attraverso un corpo estraneo. Nell'amore che non è quello sessuale cerchiamo un nostro piacere ottenuto attraverso un'idea nostra. (...) Perfino l'arte, nella quale si realizza la conoscenza di noi stessi, è una forma di ignoranza. Due persone dicono reciprocamente "ti amo", o lo pensano, e ciascuno vuol dire una cosa diversa, una vita diversa, perfino forse un colore diverso o un aroma diverso, nella somma astratta di impressioni che costituisce l'attività dell'anima. Oggi sono lucido come se non esistessi. Il mio pensiero è evidente come uno scheletro, senza gli stracci carnali dell'illusione di esprimere. E queste considerazioni non sono nate da niente: o almeno da nessuna cosa per lo meno che sieda nella platea della mia coscienza. (...) Vivere è non pensare.

Così cercando un po' su Internet ho scoperto che questa verità, che è stata sempre presente nella mia mente, è stata enucleata da Fernando Pessoa.
Non ho potuto non cercare informazioni su di lui e così ho trovato una estratto dal "Il libro dell'inquietudine" che mi ha davvero aperto gli occhi:


Non subordinarsi a niente, né a un uomo né a un amore né a un'idea; avere quell'indipendenza distante che consiste nel diffidare della verità e, ammesso che esista, dell'utilità della sua conoscenza. (...) Appartenere: ecco la banalità. Fede, ideale, donna o professione: ecco la prigione e le catene. Essere è essere libero. (...) No: niente legami, neppure con noi stessi! Liberi da noi stessi e dagli altri, contemplativi privi di estasi, pensatori privi di conclusioni, vivremo, liberi da Dio, il piccolo intervallo che le distrazioni dei carnefici concedono alla nostra estasi da cortile



A queste parole non aggiungo altro se non Chapeau!

2 commenti:

  1. condivido!!!!! mai dipendere da qualcuno ma sei sicura di non averlo assorbito da me inconsciamente?

    RispondiElimina
  2. Ah non lo so... L'importante ad ogni modo è esserci arrivate!

    RispondiElimina